FIRST HOTEL MARIN

ponedjeljak, 12.12.2011.

FOSSE MANOR HOTEL. MANOR HOTEL


Fosse Manor Hotel. Cumulus Hotel Helsinki. Hotel Continental Mare Ischia.



Fosse Manor Hotel





fosse manor hotel






    manor hotel
  • The Chateau Elysee is a former hotel located at 5930 Franklin Ave. in the Franklin Village section of Los Angeles, California. It was originally built as a luxury long-term residential apartment for movie stars by Eleanor Ince, widow of Thomas H.





    fosse
  • A long narrow trench or excavation, esp. in a fortification

  • Fosse may refer to the following communes in France: * Fosse, Ardennes, in the Ardennes department * Fosse, Loir-et-Cher, in the Loir-et-Cher department * Le Fosse, in the Seine-Maritime department

  • moat: ditch dug as a fortification and usually filled with water

  • Fosse is a three-act musical revue showcasing the choreography of Bob Fosse. After 21 previews, the original Broadway production, conceived and directed by Richard Maltby, Jr.











fosse ardeatine 10-06




fosse ardeatine 10-06





Roma ITA - Architetture: Giuseppe Perugini, Mario Fiorentini, Nello Aprile. Sculture: Francesco Coccia, Mirko Basaldella - Il Mausoleo delle Fosse Ardeatine 1949 - Photo: Sandro Maggi ©

In un momento di grande tensione ideale come la fine del fascismo e dell'occupazione tedesca, il comune bandi un concorso per la sistemazione delle cave ardeatine.
Fu il primo concorso d'architettura del dopoguerra dopo la liberazione del 4 giugno 1944, si trattava di fare un monumento in ricordo di quelle 335 persone uccise dai nazisti appunto dentro le cave ardeatine poi fatte crollare con un'esplosione per "isolare" questo terribile delitto dall'umanita.

Il concorso era suddiviso in due fasi: nella prima parteciparono 12 progetti, di cui 4, quelli di Fiorentino, Perugini, Minnucci e Corvatta Scazzocchio, passarono alla seconda fase, nella quale dopo un lungo dibattito vinsero due gruppi di architetti: quello composto da Aprile, Calcaprina, Cardelli, Fiorentini e lo scultore Francesco Coccia, e quello formato da Giuseppe Perugini e Mirko Basaldella.

Insieme questi giovani architetti studiarono il progetto finale in un clima particolare: infatti a due anni dalla tragedia, le bare delle vittime, alcune conosciute, stavano allineate nelle gallerie di tufo, con la presenza costante dei parenti delle vittime in un atmosfera terribile e piena di tensioni e quindi di sollecitazioni progettuali date anche dal sito straordinario posto fra le catacombe di S. Callisto e una zona tufacea di grande fascino, come pure la vegetazione; tipica della zona archeologica dell'Appia antica con i suoi monumenti all'ombra di pini e cipressi. In questo clima nacque una delle opere piu significative anche in campo internazionale di quel periodo.

L'idea semplice della pietra tombale unica, significante, forte, priva di retorica celebrativa, solenne, silenziosa ed espressiva, era nata fin dal progetto di primo grado dalla voglia di interpretare il rapporto tra i drammi individuali e la celebrazione civile, l'idea del sacrificio e della morte per un'idea.

Il progetto e basato su pochi elementi che sintetizzano l'austerita e il dramma dei 335 sarcofagi "compressi" dal peso dell'immensa lapide che "galleggia" metafisicamente a un metro da terra e copre con la sua ombra lo spazio scavato sotto il livello del terreno, spazio definito e ordinato in contrasto con la tortuosita delle cave tufacee collegate ad esso da un unico percorso che porta il visitatore dal luogo di sepoltura al luogo dell'eccidio. Questo contrasto si puo vedere anche dai cancelli contorti ed espressivi di Mirko Basaldella in contrapposizione con l'espressivita ordinata e pura della pietra tombale.

Questo progetto non raccolse subito i consensi dei parenti delle vittime che in alcuni casi si aspettavano una scelta piu legata alla retorica funeraria magari anche con piu arricchimenti decorativi e, data la particolarita del caso, il progetto fu sottoposto a referendum ai familiari delle vittime, i quali alla fine fecero passare la soluzione che oggi possiamo ammirare.

I materiali usati nella realizzazione del mausoleo non fanno altro che rafforzare l'espressivita dell'oggetto: il pavimento e le pareti del sepolcro sono in pietra sperone a spacco di cava, i pilastri in cemento armato sono rivestiti in porfido del trentino, le sepolture sono in granito trattato alla punta. La "pietra tombale" ha una struttura in cemento armato che poggia su 6 pilastri, essa e rivestita da un getto di cemento e breccia di Brescia a sua volta scalpellato in modo da conferirgli un "effetto pietra" riuscito molto bene. La visione finale sara proprio quella di un monolite in pietra poggiante su sei pietre (porfido), con sottostante un terreno uniforme in pietra (sperone) collegato a cunicoli anch'essi scavati nella pietra (tufo). Il tutto coperto da una vegetazione erbosa con pini e cipressi: l'effetto, anche se suggestivo, non vuole essere retorico o celebrativo ne mimetico o paesaggistico, ma una testimonianza espressa dalla simbolica "sepoltura unitaria".

Il mausoleo delle fosse ardeatine e un oggetto architettonico che deriva dal rigore formale-dimensionale e dalla matrice razionalista degli architetti che hanno studiato la costruzione fin nei minimi particolari ricordando l'apporto fra il "sacro" e la tecnica che si trovava nei templi greci dove raffinatissimi espedienti di natura ottica come la impercettibile convessita del basamento del tempio, la sezione ellittica e l'inclinazione delle colonne angolari, le delicate compensazioni geometriche per risolvere il problema del triglifo d'angolo nel fregio dorico, volevano rappresentare un "ordine" immutabile come capacita di esorcizzazione del tempo e della morte, contro il caos e le paure collettive.

La natura classica di questo edificio la si puo trovare nella volonta di dare un "ordine" all'enorme ambiente 25m x 50m, studiando una serie di accorgimenti di natu











Solar do Império




Solar do Império





Construido num casarao de 1875 tombado pelo Instituto do Patrimonio Historico e Artistico Nacional, o Hotel Solar do Imperio foi completamente restaurado. Situado em uma das mais belas ruas do Centro Historico de Petropolis.

Sobre a construcao deste Palacete contam o seguinte: A Princesa Isabel estava remodelando o Palacete na outra extremidade da rua, quando soube que rico mercador portugues iria construir neste local. Teve medo que o novo rico edificasse predio que nao fosse condigno, e mandou lhe dizer que se fizesse casa boa grandiosa ganharia uma comenda. O resultado foi a mais bela construcao da rua. O magnifico Palacete em estilo neoclassico, cercado de belos jardins em estilo frances, onde existem quatro estatuas simbolizando as estacoes do ano, foi construido em 1875 pelo Comendador Joaquim Antonio dos Passos, prospero comerciante de cafe no Rio de Janeiro. O imovel foi propriedade da familia Passos ate 1890, quando foi vendido ao senhor Albert Landsberg, alemao responsavel pela introducao da cerveja no pais em 1853, tendo permanecido com seus herdeiros durante 55 anos. Em 1945 o casal Maria Amalia e Othon Lynch Bezerra de Melo o adquiriu para a moradia de verao de sua numerosa familia. No mesmo ano seus atuais proprietarios deram-lhe a denominacao de Solar D. Afonso, que foi Principe, filho primogenito de D. Pedro II, nascido em 1845 e falecido em tenra idade. O Solar D. Afonso pertenceu ao empresario Ronaldo do Valle Simoes Filho, genro do ex-presidente Tancredo Neves.












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